Il Terrore Dalla Sesta Luna by Robert A. Heinlein

Il Terrore Dalla Sesta Luna by Robert A. Heinlein

autore:Robert A. Heinlein
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Urania, Fantascienza, narrativa
editore: Arnoldo Mondadori Editore
pubblicato: 1952-12-09T23:00:00+00:00


ATTENZIONE

PARASSITI VIVI

VIETATO L'INGRESSO

AI NON ADDETTI

SERVIRSI DELLA

PROCEDURA A

Inutile dire che me ne stetti alla larga.

Alla mensa ufficiali trovai quattro uomini e due donne che cercavano di far passare il tempo alla meno peggio. Vidi una sedia vuota, mi ci sedetti e mi chiesi quali gradi bisognasse avere per ordinare una bibita, là dentro. Intanto mi era venuto vicino un grosso maschio estroverso, che ostentava, appese al collo mediante la catena, le insegne di colonnello.

— Siete arrivato da poco? — mi chiese. Al mio cenno affermativo chiese: — Funzionario civile?

— Non saprei dirvi se mi considerano un funzionario o meno — risposi.

— So soltanto che faccio parte del personale operativo di prima linea.

— Potete dirmi il vostro nome? Scusate se vi faccio tante domande, ma sono l'ufficiale addetto al Servizio di Sicurezza. Mi chiamo Kelly. Gli declinai le mie generalità. Annuì.

— Per essere esatti vi avevo visto arrivare. E adesso ditemi, signor Nivens, volete venire al bar a bere qualcosa?

Mi alzai di scatto.

— Agli ordini, colonnello!

Più tardi Kelly mi disse: — Questo posto ha bisogno di controspionaggio quanto un cavallo ha bisogno di pattini a rotelle. Mi chiedo, anzi, se i nostri dati non faremmo meglio a pubblicarli seduta stante, man mano che li andiamo raccogliendo.

Gli feci osservare che il suo non sembrava proprio un linguaggio da ufficiale superiore. Il colonnello si mise a ridere.

— Credetemi, figliolo, non tutti i gallonati d'alto rango sono come la gente se li immagina. Sembrano chissà cosa, ma in realtà sono dei poveri diavoli come tutti gli altri.

Dissi che l'ammiraglio Rexton non mi dava affatto questa sensazione, e che mi pareva un tipo con tanta puzza al naso.

— Lo conoscete? — mi chiese il colonnello.

— Non esattamente, però, recentemente, e per ragioni professionali, ho avuto a che fare con lui. Anzi, l'ultima volta è stata proprio stamattina.

— Uhm — fece il colonnello. — Io invece non l'ho mai visto. Eviden-temente voi vi muovete in ambienti assai più rarefatti dei miei, amico. Gli spiegai che si trattava di un caso, ma da quel momento mi considerò

con maggiore rispetto. Poco dopo incominciò a parlarmi del lavoro svolto dal laboratorio.

— Ormai la sappiamo più lunga, sul conto di quelle bestiacce schifose, dello stesso Grande Titano in persona. Ma sappiamo come distruggerle senza correre il rischio di uccidere anche i loro ospiti? No, purtroppo. Io non sono uno scienziato, ma soltanto un semplice poliziotto con una targa diversa... però ho parlato con gli scienziati di qui. Questa è ormai una guerra biologica, e noi abbiamo bisogno di un microbo che possa attaccare il parassita lasciando intatto l'ospite. In fondo non sembra un problema insolubile, vero? Conosciamo almeno un centinaio di agenti patogeni capaci di distruggere i titani... quelli del vaiolo, del tifo, della sifilide, dell'encefalite letargica, il virus di Obermayer, il bacillo della peste, della febbre gialla e via discorrendo. Però questi agenti uccidono anche gli ospiti, non soltanto i parassiti.

— Non potremmo servirci di germi contro i quali siamo già immuni? —

chiesi. — Tutti siamo vaccinati contro la febbre tifoide, per esempio, e quasi tutti contro il vaiolo.



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